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[Villaggio San Marco] – Scuola Elementare “Lombardo Radice”

La scuola elementare “G. Lombardo Radice”, che si trova tra il quartiere San Teodoro e il quartiere San Giuseppe, venne costruita nei primi anni ’60. Fu inaugurata da Amintore Fanfani ed era considerata un edificio scolastico all’avanguardia per la sua struttura particolare.
La scuola è composta di 24 aule; 12 al pianterreno con accesso diretto al giardino e 12 al primo piano, leggermente arretrate rispetto alle prime, in modo da non creare disturbo alle classi sottostanti. Ampi atri e un giardino con siepi, piantate in modo da creare degli spazi semichiusi antistanti alle aule, completavano l’opera che disponeva anche di un’ampia sala utilizzata per gli spettacoli (con l’inizio del tempo pieno tale spazio divenne sala mensa).
Prima di questa scuola in quartiere era stata aperta nell’anno scolastico 1951-52 una scuola elementare chiamata “San Giuliano”

 L'edificio dove era ospitata la scuola elementare san Giuliano diventerà la Suola Media Roncalli. Anni '60.

L’edificio dove era ospitata la scuola elementare san Giuliano diventerà la Suola Media Roncalli. Anni ’60.

Su questo periodo si può leggere una testimonianza di un allievo:

RICORDI DI SCUOLA
“La scuola erano quattro mura tirate su in fretta e intorno non c’era altro che un enorme cantiere che continuava a costruire case per quelli che dovevano ancore arrivare….
La mia maestra di prima elementare si chiamava Bianca Brunetta, era bellissima con i capelli scuri e con le efelidi sulle guance e mi ha insegnato a leggere e a scrivere.
Ho letto per la prima volta in classe due righe, erano il racconto di S. Martino che, sceso da cavallo con la spada divide il suo mantello con un povero e la maestra mi ha scritto con la matita 10 sulla pagina del libro.
In classe eravamo vestiti tutti con un grembiule nero, i maschi avevano il colletto con un fiocco azzurro mentre le femmine avevano un nastro rosso.
Non eravamo in classi miste, o tutti maschi o tutte femmine.
Nella mia prima elementare eravamo in 54, la maestra Bianca invece di fare l’appello contava quante teste aveva davanti.
Il divertimento era nascondersi nell’armadio in tre o anche in quattro e uscire alle spalle della maestra per farle uno scherzetto.
Eravamo talmente numerosi che, se anche qualche volta qualcuno saltava fuori dalla finestra, (la scuola era costruita solo per il piano terra) la povera maestra non se ne accorgeva.
Il posto dei misteri era il sottoportico della scuola, quello era il nostro mondo buio e misterioso dove per entrarci bisognava essere veramente coraggiosi.
Avevamo tutti le braghe corte sia d’estate che d’inverno.
Il riscaldamento a scuola veniva assicurato da una stufa in terracotta rossa (a toccarla ti restava la polvere sulle mani) e la bidella, una signora magra, alta, con i capelli bianchi e gli occhi celesti, provvedeva ad accendere e alimentare la stufa con tizzoni di legno.
La bidella era la signora Balestra, mamma di Don Giorgio, che è stato parroco nella comunità di S. Giuseppe e ci ha lasciato qualche anno fa.
La bidella riempiva i calamai. I calamai erano dei vasetti incastrati nei banchi che erano … un po’ particolari.
Io, che avevo frequentato l’asilo a Venezia dove avevo un banchetto piccolo, ma tutto per me, diventato grande (6 anni), in prima elementare ho imparato che il banco della scuola elementare era grande e doppio, alto e di colore nero, pesante e che non si poteva spostare.
A proposito, la scuola si chiamava S. Giuliano perché era il primo posto con questo nome che s’incontrava venendo da Venezia.
Vista la situazione alimentare non proprio allegra di quegli anni, è spuntato tra gli abitanti del quartiere un maestro; il maestro Falbo. I suoi figli, Pino e Dario erano amici miei e di mio fratello.
Lui ci ha tolto dalle strade, che non c’erano, e ci ha portati a scuola anche d’estate, si chiamava “doposcuola”, si giocava a calcio, si scherzava, si stava insieme e … soprattutto si mangiava alla mensa scolastica.”

Adelio

Nell’anno 1951-52 erano iscritti 105 alunni, divisi in 3 classi. Nell’anno scolastico 1957-58 ce n’erano già 673 distribuiti in 23 classi e gli spazi erano decisamente insufficienti. Quando gli alunni si spostarono alla “G. Lombardo Radice”, l’edificio ospitò la scuola media “Roncalli”, e attualmente è occupato dalla Pretura.
Alla fine degli anni ’70, su richiesta del comitato genitori, alla Lombardo Radice venne istituita una sezione a Tempo Pieno; con il passare degli anni tutta la scuola divenne a Tempo Pieno per rispondere alle richieste del quartiere ma anche della città.
La scuola, con la nascita del Quartiere Pertini, venne ampliata. Dalla chiusura di un porticato furono ricavate tre nuove aule, un’aula magna, dei servizi e una nuova zona ingresso. Da un secondo porticato si ricavò una seconda sala mensa, ed anche la cucina interna fu ampliata per far fronte alle esigenze dell’aumentata popolazione scolastica.
Attualmente la scuola è frequentata da circa 200 alunni che provengono dal quartiere ma anche da altre zone della città.
Da circa 15 anni nella scuola non vengono usati i libri di testo (sussidiario e libro di lettura) ma si lavora con testi alternativi prodotti da bambini e insegnanti. Tale sperimentazione ha portato alla creazione di una biblioteca interna di circa 6000 volumi sia di narrativa che di ricerca.

La "Radice" appena ultimata. Fine anni '50.

La “Radice” appena ultimata. Fine anni ’50.

Una classe V in uscita nel circostante Villaggio San Marco. Fine anni '50.

Una classe V in uscita nel circostante Villaggio San Marco. Fine anni ’50.

Foto di gruppo di classe maschile alla "Lombardo Radice". Anni '60.

Foto di gruppo di classe maschile alla “Lombardo Radice”. Anni ’60.

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