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il Fontego dei Turchi

Il Fondaco dei Turchi, conosciuto anche come Cà Calmieri Pesaro, è situato in Venezia, Sestriere Santa Croce, insula di San Giacomo dell’Orio, anticamente conosciuta come insula di San Giacomo in Luprio. Fu edificato nel 1227 su iniziativa del mercante Giacomo
Palmieri, capostipite di quella che sarà la famiglia Pesaro, da cui il nome Cà Calmieri Pesaro. Nel 1300, dato il prestigio della dimora, la Signoria veneziana lo acquistò. Circa cinquanta anni dopo Nicolò II d’Este fece domanda ai Veneziani di acquistare, a proprie spese, una casa per se a Venezia e una a Treviso; non vi fu alcuna risposta, fino a quando nel 1381, venne deciso di donare Cà Palmieri Pesaro al marchese di Ferrara Nicolò d’Este quale ringraziamento per l’appoggio ricevuto nella guerra di Chioggia (1378 – 1381) contro la Repubblica di Genova. Il palazzo cambiò nome in Casa del Marchese. Le vicissitudini politiche degli anni a seguire portarono alla revoca della concessione del palazzo; soprattutto l’alleanza di Ferrara con la Chiesa, che pochi anni prima da alleata di Venezia, diventò capo della lega santissima, che riuniva tutti i principi di Italia contro la città veneta; in più “ le scaraventò addosso la scomunica, la quale, come tutte quelle che Venezia ebbe a patire, le vennero o per ragione di politica esterna, o per causa dell’interna giurisdizione e dello esercizio dei diritti di sovranità civile”.

La mappa cinquecentesca del De Barbaro con il Fondaco visibile da dietro, con le due caratteristiche torri

Immagine del Fontego, XVII sec.

Nel 1527, dopo una pace “rovinosa” per la repubblica, venne riassegnato ai ferraresi. Successivamente, nel 1618, anno peraltro in cui diventò doge, Antonio Priuli acquistò il palazzo. In quegli anni era in corso una discussione su quale edificio concedere in affitto ai mercanti turchi sulla falsa riga di quello appena concesso ai tedeschi.
Nel 1621 decisero di riconvertire Cà Calmieri Pesaro in un fondaco: le stanze al piano terra divennero magazzini, quelle ai piani superiori alloggi con relativi servizi. Le due torri vennero abbattute per non dare ai turchi punti di osservazione sulla città e per non farlo sembrare un avamposto militare. Da questa assegnazione prese il nome di Fondaco dei Turchi, che rimarrà tale fino al 1838.

Il rudere, disegno del 1844

Particolare della facciata da dipinto di Ruskin. XIX sec.

Il fondaco, letteralmente casa-magazzino, è un edificio di origine medievale, che nelle città di mare svolgeva funzioni di magazzino e alloggio per i mercanti stranieri. Venivano edificati lungo i canali principali, come appunto il Canal Grande, trovandosi così in posizione privilegiata e strategica per traffici e scambi commerciali. Nei primi anni del 1700 i rapporti commerciali con l’Oriente erano in decadenza e nel 1732 un crollo danneggiò notevolmente la struttura. Di qui passò per varie proprietà fino a quando nel 1838 il Comune di Venezia lo acquistò e nel 1860 ne affidò il restauro a Federico Berchet il quale cercò di recuperare ciò che il palazzo rappresentava prima del crollo, basandosi anche su mappe e disegni rinascimentali, come quelle de De’ Barbaro, con i risultati architettonici e progettuali che possiamo ammirare ancora oggi.
Qui vi fu la sede del Museo Correr fino al 1923 quando divenne sede del Museo di Storia Naturale, che l’anno scorso ne ha festeggiato il centenario.

Il palazzo oggi con la caratteristica e inconfondibile architettura tardo-ottocentesca.

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